La Spagna, come il resto d’Europa, ha intrapreso la corsa verso la decarbonizzazione con obiettivi chiari e ambiziosi. Tuttavia, il percorso è disseminato di buche, soprattutto in un settore cruciale come il trasporto merci su strada. Mentre le istituzioni promuovono una transizione verde, la flotta di camion che solca le strade della penisola invecchia a un ritmo superiore alla capacità dei proprietari, per lo più piccoli imprenditori o autonomi, di rinnovarla. La tecnologia pulita esiste, ma il suo elevato costo agisce come un muro invalicabile, creando un divario pericoloso tra l’ambizione legislativa e la realtà sull’asfalto.
Il cuore del problema batte nell’economia delle PMI del trasporto. Un camion elettrico o a idrogeno può triplicare l’investimento iniziale di uno diesel, una spesa insostenibile per un’azienda con una o due trattrici. Questa barriera finanziaria non solo rallenta il rinnovo del parco veicoli, ma perpetua la dipendenza dai combustibili fossili, facendo sì che gli obiettivi di riduzione delle emissioni per il 2030 sembrino, in molti casi, una meta lontana. La competitività ne risente e gli autotrasportatori si ritrovano intrappolati tra l’aumento dei costi operativi e la pressione sociale e legale per essere più sostenibili.
In questo scenario di incertezza, una misura emerge con forza nel dibattito pubblico: la sospensione temporanea del pedaggio per i camion a zero emissioni. Questa iniziativa, proposta da alcune associazioni di settore, mira a creare un incentivo economico diretto e tangibile. La logica è semplice: liberando questi veicoli dal costo del pedaggio, se ne migliora la redditività operativa e si accorcia il periodo di ammortamento dell’investimento, rendendo più attraente l’acquisto per i proprietari. Sarebbe un’ossigenazione finanziaria e una spinta chiara verso la tecnificazione.
Tuttavia, gli esperti avvertono che questa misura, sebbene utile, non è una panacea. Laura Herrera, analista dei trasporti sostenibili, sottolinea: “L’esenzione dal pedaggio è una toppa necessaria, ma insufficiente. Deve essere accompagnata da un ecosistema di aiuti all’acquisto, una rete robusta di punti di ricarica per veicoli pesanti e, crucialmente, un piano di finanziamento agevolato. Il problema è sistemico e richiede una soluzione multimodale”. La sua opinione riflette il consenso tra gli esperti: serve una strategia integrale, non gesti isolati.
Oltre ai pedaggi, altre alternative stanno guadagnando terreno. I fondi Next Generation EU hanno destinato somme significative al rinnovo delle flotte, sebbene il loro accesso a volte si scontri con la burocrazia. Un’altra via è la scommessa sui combustibili transitori, come il gas rinnovabile (biometano), che consentono di ridurre le emissioni con un adattamento meno traumatico degli attuali motori. Parallelamente, si esplora la creazione di “corridoi verdi” con vantaggi fiscali e logistici per gli autotrasportatori che scommettono sulla sostenibilità.
Il futuro dei trasporti in Spagna si decide a questo bivio. La decarbonizzazione è un imperativo a cui non si può rinunciare, ma la sua attuazione non può ignorare la fragile economia che sostiene il settore. La combinazione di incentivi immediati, come la sospensione dei pedaggi, con una strategia a lungo termine che includa finanziamenti, infrastrutture e semplificazione amministrativa, sembra essere l’unica rotta percorribile. La sfida non è solo tecnologica, ma anche sociale ed economica, e il suo successo dipenderà dalla capacità di allineare i grandi obiettivi verdi con la sopravvivenza di coloro che muovono il paese.