La Germania accelera la sua transizione verde: così guida la corsa verso il trasporto merci a zero emissioni

by Marisela Presa

La Germania non solo ha stabilito obiettivi ambiziosi per decarbonizzare il trasporto merci, ma sta già mostrando progressi tangibili che segnano una svolta nella sua transizione ecologica. In vista del 2025, il paese è riuscito a integrare flotte di camion elettrici in corridoi logistici chiave, spinte da una combinazione di investimenti pubblici, innovazione privata e una regolamentazione che priorizza la sostenibilità. Progetti come le eHighways (autostrade elettriche) nello Schleswig-Holstein e nell’Assia, sebbene in fase pilota, hanno dimostrato la fattibilità di alimentare camion ibridi mediante linee aeree di contatto, riducendo le emissioni su rotte ad alto traffico.

Uno dei traguardi più notevoli è l’operatività di camion a idrogeno su lunghe distanze, una soluzione chiave per rotte dove l’elettrificazione diretta è complessa. Aziende come Daimler Truck e Volkswagen hanno schierato unità a celle a combustibile in collaborazione con consorzi logistici, sostenute da una rete nascente di stazioni di idrogeno verde. “Per questo 2025, la Germania ha gettato le basi per un ecosistema duale: batterie per la distribuzione urbana e regionale, e idrogeno per il trasporto a lunga distanza”, spiega la Dott.ssa Anja Schmidt, ricercatrice dell’Istituto per la Mobilità Sostenibile di Monaco.

Gli specialisti concordano sul fatto che questo progresso non sarebbe possibile senza l’impegno del settore pubblico. Il governo tedesco ha destinato oltre 4 miliardi di euro in sussidi per l’infrastruttura di ricarica e il rinnovo delle flotte, oltre ad aver implementato un sistema di pedaggi differenziati che penalizza le emissioni di CO₂. “La strategia tedesca è un esempio di come la politica ambientale possa allinearsi con la competitività industriale. Il trasporto pulito non è più un costo, ma un vantaggio”, opina Klaus Weber, analista del Centro Tedesco per l’Energia e i Trasporti.

Tuttavia, le sfide persistono. Alcuni esperti, come il professor Franz Bauer dell’Università Tecnica di Berlino, avvertono della necessità di accelerare l’espansione dell’infrastruttura: “Sebbene i prototipi e i progetti pilota siano di successo, la scalabilità richiede una rete di ricarica ultrarapida e soluzioni per la capacità limitata della rete elettrica. Senza di ciò, il rischio di colli di bottiglia è reale”.

Nonostante ciò, il bilancio è positivo. Aziende logistiche come DB Schenker e Rhenus riportano già riduzioni fino al 50% delle emissioni nelle loro operazioni terrestri grazie alla transizione verso veicoli elettrici e a idrogeno. “La Germania sta dimostrando che la decarbonizzazione del trasporto merci è tecnicamente ed economicamente fattibile. Quello raggiunto nel 2025 non è una prova, ma la prima fase di una trasformazione irreversibile”, conclude Schmidt.

Il percorso verso il 2030, quando l’UE vieterà la vendita di nuovi camion con motore a combustione, sembra più chiaro. La Germania, con il suo mix tecnologico e il suo approccio pragmatico, si consolida come un laboratorio globale di soluzioni che potrebbero essere replicate in altri paesi industrializzati. La rivoluzione del trasporto pulito ha già il marchio tedesco.

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